“Non sapersi orientare in una città non significa molto. Ci vuole invece una certa pratica per smarrirsi in essa come ci si smarrisce in una foresta. I nomi delle strade devono parlare all’errabondo come lo scricchiolio dei rami secchi, e le viuzze del centro gli devono scandire senza incertezze, come in montagna un avvallamento, le ore del giorno.”
Ecco un passo di un grande libro di un grande personaggio: Walter Benjamin; un signore nato a Berlino nel 1892 e morto in Spagna nel 1940. Questo signore, ha scritto molte cose di filosofia e di arte; suo è il libro “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” scritto quando Andy Warhol andava alle scuole elementari. Benjamin ha tradotto Proust e racconta di come sia speciale ‘perdersi’ in una città.
Sarà capitato anche a voi -e non solo a me- di smarrirvi in una città o di non riuscire a trovare il luogo dell’appuntamento. Lasciarsi andare alle sensazione, girare ‘a naso’, osservare le pietre, le finestre, i portoni che costituiscono una città è un meraviglioso viaggio e un esercizio sensoriale che vale davvero la pena di fare.
Sguardo alto, attenzione per i dettagli e per la storia di chi prima di noi ha abitato in quel luogo, non possono far altro che renderci cittadini più attenti, sensibili e appassionati. Smarritevi, dunque: ma non perdete la retta via…
Quante volte mi sono perso? Chiedetelo a mia moglie..!
RispondiEliminaAh!Ah!Ah! sapessi i o... è per quello che sono una estimatrice di Benjamin...! Comunque è un libretto piccino la cui lettura consiglio vivamente!
RispondiEliminaCercherò di vedere il lato positivo della cosa perchè quando mi accorgo di essermi persa vado nel panico!
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