Generazione ‘boomer’ convenzionalmente quelli nati tra la fine della seconda guerra mondiale e la metà degli anni ’60.
I figli del ‘boom’ economico.
Ci sono dentro in pieno e con me molti di voi; tra i 45 e i 65 (di taglia e di età)... Tra i primi e gli ultimi un abisso: chi ha potuto raccogliere e chi arranca, chi è andato sulla Luna e chi circolava con la 127 a domeniche alterne: si capisce che la prospettiva cambia.
Il mio interesse si insinua nelle pieghe: chi è cresciuto credendo nel futuro e nella meritocrazia, nell’equazione studio-lavoro-guadagno-vita felice, e chi invece si esprime a fatica (non col verbo ma con la vita).
Oggi a 50 anni si è ancora ‘ragazzi’, molti devono ancora trovare la propria strada: ma è un insulto o un complimento? Boomer, la generazione che ‘può tutto’, ‘ritoccata’ tutti belli e lisci lisci, in crociera o in discoteca; nuove mogli e freschi -o rinfrescati- fidanzati, taccazzi e sorrisi smaglianti (le smagl…
gliature però riescono sempre a essere genuine…eh eh eh…).
A noi donne ci hanno pure detto che possiamo ancora produrre figli a 50
anni.
Mi avevano regalato un libro che tratta questo tema, un saggio
americano. Prima non sapevo di essere una ‘boomer’, credevo solo
di essere Silvia perché a mio padre piaceva la poesia; pensavo che la mia vita sarebbe stata simile a quella dei miei ‘matusa’ e avevo un certo tipo di
aspettative, ad esempio quelle di un mondo infinito.
Quando mai ho
letto quel libro! Fantastico e rivelatore: ma non tutte le rivelazioni, si sa, vanno via lisce.
Noi boomer non abbiamo conosciuto la guerra e non siamo capaci di fare provviste, eterni Peter Pan dal cuore grande così.
Abbiamo bandito il DDT. Forti aspettative su di noi e grandi possibilità.
Ma poi…?
Poi arrivano gli ‘X’ e gli ‘Y’ e gli ‘Z’.
E la vita continua.