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mercoledì 30 maggio 2012

UNA VITA A COLORI

Una vita a colori forse non è una vita in technicolor;
Una vita a colori chissà se è una vita spericolata;
una vita a colori mi piace pensarla con tutti i colori del mondo: bianco,nero, passando per il marrone, tuffandosi nel blu, affondando le mani nelle tonalità del rosso, sfumando nel verde, lasciandosi accecare dal giallo, avvolgendosi nella pienezza della porpora e godendo della lucentezza del lapislazzuli. 

Una vita a colori mi lascia senza fiato.
Una vita a colori me la immagino spaziosa, capace di contenere tutto: delusioni e soddisfazioni, amicizie e tristezze, fatiche e prodezze;
una vita tessuta di amori  possibili e impossibili, di decisioni e incoerenze.

Una vita vissuta a colori è così spaziosa che accoglie l’amore e la paura;
una vita vissuta a colori io me la immagino  come un quadro di Chagall.
Ognuno di noi ha la sua vita a colori.

mercoledì 23 maggio 2012

TI SONO RICONOSCENTE


Non mi manca nulla ma la mia fame è grande.
ss
Inciampo tutti i momenti della mia giornata negli scatoloni che contengono la mia vita e li scavalco senza nemmeno degnarli di uno sguardo. Oggi come ieri e ieri l’altro; giorno dopo giorno tempo su tempo strati di vita passati inosservati.



Silvia, 2011

domenica 20 maggio 2012

UN VIAGGIO SOLO: solo un viaggio

"Grazie del passaggio, cara. Guidi proprio bene".
"Grazie, ma il merito è anche suo! E' stato lei, tanti anni fa a insegnarmi a guidare, ricorda? Arrivederci, allora!"

Ecco, comincia così, o meglio, termina così, l'ultimo brandello di una conversazione affettuosa che tradisce la fatica di una mente già lontana, troppo lontana. Lontana da qui, da me, da tutti e anche da tutto il resto. Una mente che vive di brandelli, di toppe, di momenti.


Così, dopo essermi congedata mi avvio per riprendere la via di casa.
Decido di non partire subito, sento il desiderio di sgranchirmi dopo il lungo viaggio. Ma forse più che le gambe ne ha ha bisogno il cuore.
Che fatica trattenere il magone per una conversazione che non tiene il filo...ho proprio bisogno di aria per poter respirare.
E per poter respirare davvero , per accorgermi che sto respirando, mi serve il silenzio dalle parole; è come un filtro che purifica.

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Sembra che basti un viaggio solo per pensare a tutta una vita: passo dopo passo per ritrovare cose che si pensavano perdute, o che si speravano sepolte per sempre, o, forse, più semplicemente che si erano momentaneamente accantonate in attesa di quel viaggio che mai avrei messo in preventivo.

...A un certo punto ho pensato che la mia vita avrebbe anche potuto concludersi lì e che la cosa mi sarebbe andata bene. Come se fosse giusto così.
Ma alla fine sono qui a raccontarlo.

Perchè in fondo è stato solo un viaggio.


venerdì 18 maggio 2012

INTIMITA'

Gruppo di genitori.
Occasione: una festa per bambini.
Argomento in corso nato spontaneamente: relazioni e intimità: la fatica del confronto.
 
...Ad un certo punto una coppia di genitori arriva, si siede, si alza, si avvicina alla padrona di casa e dice (testuale):
 
"cara, dobbiamo andare al Grancasa a comperare lo sciacquone del bagno... sennò saremmo rimasti."
 
Forse, hanno pensato si parlasse di intimità e sciacquone.

UN VIAGGIO SEMPLICE

Un viaggio semplice.... è quello che si può affrontare attraversando in bicicletta le campagne, nello specifico quelle lombarde in questi giorni di maggio. Un’esplosione di profumi a volte indecifrabili ci accoglie appena ci si allontana un momento dai centri abitati. Non è necessario andare chissà dove, nei luoghi da cartolina per godere della gioia della primavera, è sufficiente allontanarsi un  dalle città, dalle case, dal caos, dalla radio e dalla televisione, dai talk show urlanti e vessatori. Le robinie stanno sfiorendo e quell’intenso profumo di qualche giorno fa si è trasformato e si mischia a quello di sambuco sul ciglio delle strade che, strette, seguuono i sinuosi corsi d’acqua. Non ovunque l’irrigazione è cominciata e le chiuse di legno sono ancora alzate.
Il granoturco fa capolino verdissimo mentre il grano, già alto, non è ancora maturo e ci regala distese che alla luce del sole radente del mattino presto sembra un tappeto di argento. A giugno diventerà d’oro. I pioppi non mancano mai e così snelli e composti sono una presenza rassicurante. Viene voglia di portare i bambini per mostrare loro che la camomilla esiste ben prima di arrivare nelle nostre tazze e che il suo profumo è vero e i suoi fiori si possono toccare. Assieme alla camomilla brillano i papaveri che ai bambini piacciono molto perché “i petali sono leggeri come piume”. Sarà facile imbattersi in trattori che sparigliano il fieno per farlo asciugare dopo il taglio, e se non si temono gli insetti ci si può avvicinare alle arnie messe ordinatamente nei pressi delle fattorie per osservare cosa succede.

Questa, è solo una piccola porzione di un viaggio meraviglioso che si può affrontare, dove tanti fiori ed erbe sconosciute non sono per questo meno preziose, belle, colorate. Il costo è zero. L’inquinamento prodotto, idem. Lo stress generato dallo spostamento e dal fuso orario, meno di zero. La quantità di gratificazione è a mille, la sensazione di benessere, infinita. Vale la pena, almeno una volta, affrontare questo viaggio.
Un viaggio semplice che ti riempie di significato.

martedì 15 maggio 2012

LA BELLA E LA BESTIA



Con la calura estiva il (mio) pensiero rallenta: è come se il pensiero medesimo percepisse la sensazione di disidratazione, il desiderio di ombra e di riposo. Io sono contenta quando il "pensiero lento" viene a trovarmi perché so che porta pensieri avvolgenti: così mi metto a cercare dentro me senza accanimento ma con leggiadra curiosità anche sapendo che, prima o poi, potrei incontrare la Bestia, quel mostro che in me dimora, quello che vive acquattato, nascosto nel suo castello impenetrabile.
Ogni tanto il mostro viene a trovarmi per ricordarmi che è anche con Lui che devo confrontarmi e non solo con i pensieri belli e luminosi. Devo ammettere che non è semplice accettare la Sua compagnia, però nel tempo ho imparato ad aprirgli la porta. Lo accolgo, lo faccio accomodare e gli offro un tè alla
marocchina (la mia specialità). Non sono bei racconti quelli che il mostro mi regala, e non ha neppure parole d'amore; non una carezza, non un complimento. Non gli piace nulla di me.
Un tempo ci soffrivo molto come se (la Bestia) rappresentasse la mia vita tutta, così quando si presentava cercavo di scacciarlo. Oggi la trovo (quasi) simpatica, quella brutta bestia... quando cerca di minare la mia autostima! Oramai conosco tutti i suoi subdoli trucchetti perciò cerco di giocare d'astuzia: faccio dire, poi mi spoglio e mostro (alla Bestia) com'è bella, ricca e operosa la mia persona.

Oggi, la Bella e la Bestia sono diventati amici: uno indispensabile all'equilibrio dell'altro.


Silvia, 2010

CIAO, PENSIERO LONTANO

Passo del Gavia, +5°
14 luglio ore 6:35        



Un silenzio così puro ti permette di sentire il respiro della vita.
Un silenzio così puro rende lo sguardo più profondo.
Un silenzio così puro chiama a sé pensieri reconditi che non si possono scegliere; ma qui, così in alto tutto è rarefatto e più leggero: il tutto riaffiora.
L’acqua limpida del lago invita a bagnarvisi il viso e appare una carezza ghiacciata.
Il sole sembra a un passo  ma a quest’ora stenta a valicare le cime.
Siamo in alto, qui, e non c’è nessuno.
Muschi e licheni hanno colori bellissimi e sono loro, in questa mattina strana, a godersi con me il silenzio.


            Ciao, pensiero lontano


Silvia

UN BELLISSIMO RACCONTO

Impagabile è l’emozione che si sprigiona a raccontare per iscritto.
Nel verbo labile tutto può accadere e il pudore può prendere il sopravvento. Faticoso emotivamente è dire all’amato “tu sei…” guardandolo negli occhi, sentendo il suo respiro che sfiora il viso.
“Tu sei l’aria, la vita, il fremito e il sussulto…”: come si fa? Ci vuole un grande coraggio.
Scoprirsi innamorati non è facile da digerire, anzi è un vero casino…E allora ecco che viene in soccorso la scrittura che forse è più potente perché concede il tempo della sedimentazione. E poi non è costretta nello spazio fisico e temporale e la tonalità è immaginaria.
…Ecco come nasce un bellissimo racconto: attraversando un sentire amoroso che racchiude in sé tutta la delicatezza del sentimento senza gelosia né possesso. Un amore libero, vivo, vero.


Silvia, giugno 2010

IL PROFUMO DELLA VITA


Pensare allo scorrere della vita mi porta ai suoi profumi e all’impronta che essi lasciano nell’incedere dei ricordi.
I profumi sono filtrati dall’olfatto che tra i sensi è quello che con chiarezza cristallina ci può restituire i frammenti e i legami di una vita: luoghi e persone.
L’odore della mamma, del suo corpo, del suo amore;
Il profumo di un contatto, di un’intimità;
Un corpo che accoglie.
Il profumo di una stanza;
Di un cibo.
Il profumo della terra, dell’aria gelida dell’inverno, della neve, della pioggia.
L’odore della campagna e dei contadini;
L’odore della fatica e dell’amore.
Il profumo della primavera che si rinnova ogni anno puntuale: ogni anno certo che mi accorgo che è arrivata la primavera! Me lo dicono il profumo dei giacinti prima e dei mughetti poi, prima ancora del sole.
Non ci si può sottrarre ai ricordi dei profumi.
Possono essere passati anche mille anni da che si è amato ma quel  profumo all’improvviso ricompare per impedirti di dimenticare. Del resto sentire (un profumo) fa pendant con sentire (ascoltare). Forse non è un caso.
Non c’è vita che non abbia il suo odore.
E quando la vita finisce con essa scompare anche il profumo; il corpo senza vita non ne ha; non ne ha più. Non ammanta più.
E’ inquietante: la morte si porta via ogni odore perché  non hai più niente da raccontare.
Ma di noi rimane la  vita vissuta che è fatta di profumi e chi ti sopravvive non potrà fare a meno di te.

         Silvia, 11 maggio 2010

IN STATO DI GRAZIA, IN STATO DI RIVALSA

In stato di grazia, in stato di rivalsa è nato pensando alle tante persone con cui ci si trova a relazionarsi ogni giorno: per lavoro, per condividere passioni comuni, per affinità elettive, per legami parentali, per un caffè. Persone che s’incontrano volentieri oppure per necessità, per forza, magari controvoglia. Mi appassiona osservare le reazioni dentro di me e fuori da me. Tutto può cambiare secondo l’umore con il quale ci si sveglia al mattino o secondo cosa si è sognato la notte, con quale animo si è potuto riposare. Tutto si può rimettere in discussione se non si è ottenuta la gratificazione che ci si aspettava; se si è stati rimproverati o non valorizzati rispetto alle nostre attese. Se tutto sembra girare per il verso giusto, se mi sento amato, apprezzato, se mi sembra di aver trovato il mio posto in società, in famiglia, nella comunità in cui vivo, allora potrei anche sentirmi in uno stato di grazia: ma questo non è sempre vero. Può capitare di intercettare persone che ci sembrano oscurare la nostra posizione agli occhi dei familiari, dei superiori, degli amici; qualcuno che si pone in maniera più ‘brillante’ di noi, in quel momento; la cosa ci disturba così tanto e in profondità da indurci a mettere in atto meccanismi di difesa (e di attacco) in automatico, come se si trattasse di un fastidioso intruso, forse addirittura di un nemico; lui/lei va offuscato, rigettato. E’ allora che scatta un impulso irrefrenabile: la voglia di rivalsa. Piccoli dispetti, spicciole ripicche, polemiche, permalosità sino alle offese e al giudizio preconcetto affiorano inaspettatamente e prepotentemente, zittendo il meglio di noi che, in genere, è meno chiassoso. La voglia di rivalsa e la gelosia prendono il sopravvento impedendoci di cogliere anche i frutti di semi da noi seminati e di apprezzare la ricchezza (che comunque c’è) del “rivale”; così l’intruso ha solo prerogative negative che cerchiamo di smascherare, dimenticandoci della ricchezza che forse potremmo trarre anche noi. Io non credo che aggressivo (in tutte le sue sottili sfaccettature) sia bello e nemmeno costruttivo!
Può essere il timore di rimanere passivi, la paura di entrare nel merito delle cose, di non essere all’altezza; la convinzione che valga di più sgomitare rispetto a un animo critico ma fiducioso…


Voi come la pensate? Vi è mai capitato di cadere nella trappola di astio, invidia e gelosia, dello “stato di rivalsa”? Pensate che la vita sia eterna lotta? O che ci si possa misurare, confrontare, far valere ignorando la cattiva coscienza in favore di uno sforzo costruttivo? C’è posto per uno “stato di grazia”?