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lunedì 7 gennaio 2013

PIERA E LE ALTRE


Rita: 76 anni.
Un corpo e un viso che riconducono a una bellezza altera e fascinosa ormai in balia di uno di quegli sconfortanti morbi neurodegenerativi. Nel letto, con le sponde sempre alzate per impedire che i fremiti del vuoto la facciano rovinare a terra.
Notti e giorni incessantemente senza pace a dialogare coi suoi fantasmi. Un incubo. Appena mi è stato possibile alzarmi ho potuto accarezzarla e guardare il suo sguardo senza profondità.
Ogni tanto è presente e risponde.
Ha ricevuto una visita sola, un giorno che era completamente assopita: era la sua badante quando era ancora gestibile in casa; la badante, della quale il nome mi è ignoto, è di origini genovesi, ha 64 anni e con voce
consumata dal fumo mi ha detto di sé: “ Ho avuto due mariti, un grande amore, qualche amorazzo”.


Cristina: 29 anni,
ingrugnata con il mondo, un figlio adolescente; il padre del bambino è missing dal concepimento.
Da febbraio una nuova relazione affettiva. Molto attenta agli oroscopi, forte fumatrice: anche in ospedale non riesce a farne a meno.
Non ha fretta di guarire; si capisce che il tempo vuoto la innervosisce.

Luigia, 87 anni. Un caporale dispotico che ha tenuto in scacco tutta la vita la devotissima e abnegata figlia Anna, sempre al suo capezzale, giorno e notte con la speranza di vederla guarita.
Luigia è entrata il primo agosto per una polmonite: è morta alle tre del pomeriggio di mercoledì 17 agosto.
Il rianimatore ha tentato di riprenderla come un funambolo ma non ce l’ha fatta.

Piera, classe 1942,
professione: gelataia. E’ arrivata in corsa la vigilia di Ferragosto dopo uno svenimento in casa. Si temeva la presenza di emboli nel sangue, sospetto poi svanito, per fortuna. Si era trattato di stress e fatica di una vita sempre al lavoro; era con evidenza l’unica sana.
Piera, una donna con un senso della vita molto pratico; quattro figli, uno, Gianpiero morto a 28 anni durante una immersione sub e che si capisce essere stato il preferito o forse lo è diventato nello struggere della
mancanza.
Per lei ci sono i figli buoni e quelli che non lo sono; ci sono i nipoti buoni e quelli che non lo sono...
Piera ha ricevuto visite di continuo; molti i suoi clienti.
Piera, sei una celebrità!! Arrabbiatissima per la forzata “vacanza”
perché “in negozio come fanno senza di me?”
Dopo anni di vedovanza ha un uomo per compagno (Giorgio, un signore molto mite originario della Romagna) che lei bolla come uno un po’ spento. Piera è un vulcano di energie, di modi molto spicci e di pensieri altrettanto diretti, parla praticamente solo in dialetto comasco.

Anna: 63 anni è la
figlia devotissima e abnegata di Luigia, anni 87, letto 36. Anna ha vissuto tutta la sua vita accanto alla madre, alla sua ombra, anche dopo il matrimonio è vissuta in casa con mamma, papà e il marito; alla morte del padre la madre non si è smossa di un centimetro: una personalità incombente, un fisico possente difficile da muovere.
Anna non ha avuto figli.
Sempre presente al capezzale della adorata madre (“mia madre aveva delle belle gambe, mica come le mie…” “mia mamma è intelligentissima…era bellissima…è spiritosissima”…) che ogni giorno andava spegnendosi in mille rivoli di complicanze, rantolando per i dolori delle piaghe e Anna che non voleva vedere: attaccata pervicacemente all’idea che “tornerà tutto come prima…”. rifiutandosi così di ascoltare la realtà.
Fino all’epilogo. Terribile, vi assicuro.

Ora
Anna, a 63 anni, può cominciare una vita tutta sua.

Poi ci sono gli altri, quelli oltre il corridoio, quelli mai conosciuti
ma noti nella disperazione delle grida pazze nella notte: età media 85 anni e degenze che chiudono lo stomaco.
Per
quanto riguarda me, la diagnosi di dimissione del 17 agosto ore 19:34, recita testuale: “Sepsi in corso di pielonefrite
acuta da E. coli. In tre parole: “una violenza inaudita”.
Il tempo si dilata
all’inverosimile come un cuore immenso che cerca di accogliere tutto; e io, ho intercettato le umanità di Piera, e di Rita e di tutti gli altri: le vite di quelli che vengono, di quelli che vanno, di quelli che non tornano più.

Piera e le altre.
Sono ancora viva e sono tornata a casa.

E il mio sposo mi ha accolta sussurrandomi: “come sei bella”.


settembre 2011

1 commento:

  1. Nella vita ci capitano delle cose che a sognarle sarebbe impossibile ma che ci cambiano profondamente. ho letto anche la struggente testimonianza in cui evochi tuo padre e si capisce che stai soffrendo molto ma ti auguro di trarne nuove forze per te. Ciao

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