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sabato 17 novembre 2012

NEL NOME DEL PADRE


“Papà sta morendo! Corri!”

Così,
mi sono messa a correre, correre, correre. E mentre correvo mi domandavo che senso potesse avere in quel momento correre: Per arrivare per prima? E dove? Perchè,  cosa sarebbe cambiato?
Però sono arrivata davvero per prima e per prima ho capito che quello sarebbe stato l’ultimo viaggio in quel posto che tante volte avevo raggiunto trapassando pioppeti e campi di riso; perchè era là che andavo ormai da tempo infinito, in un ospedale circondato da pioppeti  e campi di riso. Un paesaggio dolcissimo, che ho attaversato in tutte le stagioni. In quei viaggi tutta la mia vita alla ricerca di un epilogo di una vita; intimità parole, silenzi, sorrisi, commozioni, addii, volontà.
Ricordo però, che in procinto dell’approssimarsi  dell’autunno ho avuto un fremito di tristezza. Perchè l’autunno, magnifica stagione dai colori accesi e appassionati, rappresenta anche il tempo del mutamento e della trasformazione, della calma e del freddo.  E’  un tempo di attesa:  le foglie vecchie cadono per lasciare spazio al riposo necessario al generarsi delle nuove gemme. Il vecchio lascia il posto al nuovo con passo fermo e inesorabile. Da che mondo è mondo.  
Era un presagio che stava trovando il suo compimento. Il tempo era scaduto e non rimaneva che una manciata di minuti per correre incontro a un destino che si era espresso senza più appello.
“Va bene, ho capito. Spiegate voi a mia madre, noi la sosterremo”.
“Quanto tempo ci vorrà”?
Che domanda. Avevo corso così tanto per contare una manciata di minuti e ora avevo addirittura fretta? ma il tempo non vale sempre uguale: l’attimo che ci separa dall’alzare gli occhi al cielo sono interminabili e l’ovvio silente respiro diventa un sibilo eterno che sembra scandire tutte le parole che in vita mai si ha avuto l’ardire di pronunciare.
“Padre, siamo qui per te, tutto è per te, il calore del nostro corpo, la dolcezza dei nostri baci e delle nostre lacrime, le carezze delle nostre mani che hanno la stessa foggia delle tue”
Perchè nel tuo nome è la nostra origine.

Autunno 2012


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