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mercoledì 12 marzo 2014

ACQUA VIVA

Chi non desidera venire amato alzi la mano. Ummh…che silenzio! Già perché non esiste essere vivente insensibile alle attenzioni dell’amore: persino i fiori si fanno più belli se si sentono amati e ben guardati. Figurarsi un essere umano con tutti i suoi vuoti, le sue incertezze, i suoi bisogni di rassicurazione! Sentirsi amati dà valore alla nostra esistenza; ci convince che non siamo soli; lusinga il nostro bisogno di conferme e, forse, dà sollievo al fuoco ardente che alimenta la nostra vanità. E allora, come in preda a una fame irresistibile alla quale sembriamo incapaci di resistere saremmo disposti a chissà cosa pur di farci amare, sino ad annullarci per rifletterci nell’amato come un eterno e prepotente Narciso. “ Più mi sembra di venir amato, più autentica è la mia esistenza”? E’ questa un’equazione che ha credito presso la nostra vita? Ma... siamo capaci oltre che a cercare di farci amare, di LASCIARCI amare? Che bella domanda eh? Forse non basta una vita per rispondere, tutti presi come siamo a rincorrere la conferma amorosa… Lasciarsi amare senza figure prefissate. Lasciarci amare rinunciando a risposte a noi gradite, preferite, sognate, attese. Lasciarci amare accettando anche i silenzi e la lontananza, la rinuncia. Lasciarci amare mettendo in conto che questo amore possa attraversare linguaggi anche per noi indecifrabili, inediti e inattesi. E’ facile cadere nel tranello del “tu non mi ami abbastanza” perché nello specchio non riconosciamo la nostra immagine riflessa. E’ quasi banale riconoscere in una delusione amorosa l’altrui incapacità a sintonizzarsi sulla nostra fame. E noi? Siamo sintonizzati sull’amore altrui, siamo così capaci da riconoscerlo? Cogliamo la possibilità di tacere all’amore che ci è offerto? Abbiamo la capacità (forse sovrumana) di abbandonarci all’umiltà dell’ascolto? Quanto amore abbiamo calpestato perché incapaci di riconoscere il sentiero…? Quanto amore abbiamo ignorato perché mimetizzato nelle pieghe della vita…? Quanto amore abbiamo smarrito perché il nostro sguardo si era fissato su immagini così lontane e offuscate da impedirci di vedere…come immersi in una perenne nebbia a renderci sagoma eterea che cerca di soddisfare il proprio illusorio bisogno si rassicurazione. Forse, quel giorno che riusciremo a resistere alla tentazione di cercare e saremo capaci di ignorare quello stagno immobile che non potrà mai dissetarci, forse, saremo capaci di trovare la fonte di acqua viva che tanto ci è cara.

5 commenti:

  1. Già... ricevere è difficile quanto, no di più, dare. E richiede più coraggio, fermarsi vuol dire guardarsi, magari dentro a volte, e farsi domande. Quelle giuste si spera. E allora via su, raccontiamoci la verità e facciamoci quel bel pianto liberatorio che tanto aiuta. Ma raccontiamoci tutto, e cerchiamo di essere un po' indulgenti nei nostri confronti. Ché la severità di giudizio, nei confronti di nessuno beninteso, è inutile e offusca la vera immagine.

    A Silvia
    donna straordinaria...

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    1. ..."e cerchiamo di essere un po' indulgenti nei nostri confronti. Ché la severità di giudizio, nei confronti di nessuno beninteso, è inutile e offusca la vera immagine".

      Bello, se mai un giorno riuscirò a fare mie questi concetti, allora sarò in paradiso.
      Grazie!!

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    2. Ciao Debora sei nuova?

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  2. Bentornata ancora una volta per farci riflettere coinvolgendoci

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  3. Scusatemi ragazze ma leggo parole che mi fanno paura ancor di piu' dette da donne,mi riferisco a "severità" parola che per persone emotive diventa terrificante e se aggiunta a "giudizio" non si ha piu' scampo,indulgenti? ma di cosa?non capisco...è vero che non sono una donna ma stento a pensare a cosa sia un' autoindulgenza,semmai gli altri saranno indulgenti d'avanti a una donna,amate i vostri sentimenti e ascoltate il vostro corpo liberamente senza chidervi niente,nel mio piccolo mi sono liberato del giudizio e della severità a volte anche sbagliando pero' almeno mi sforzo all' autenticità.
    Silvia scrivi e racconti benissimo complimenti il testo Acqua viva fa riflettere se questo era il tuo obiettivo hai fatto centro.

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